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Recensione: “Alexander” (2004) di Oliver Stone

Buongiorno a tutti, grazie di essere su Alessandro III di Macedonia! Oggi provo a parlarvi di Alexander, uscito nel 2004. Provo perchè molto è stato scritto su questo film alla sua uscita quasi vent’anni fa ormai: storici e accademici hanno pubblicato saggi – che non ho ancora letto ma che ho e leggerò – e questa fatica di Oliver Stone è stata criticata o ben accolta dalla critica e dal pubblico. I pareri si dividono e credo che questa sia LA fatica di Oliver Stone dato che sono uscite ben quattro versioni. Cercherò di fare una recensione confrontando le due versioni che ho e vi dirò il mio parere.

Alexander

Special Edition – Director’s Cut (2004)

Revisited: The Final Cut (2007)

di Oliver Stone

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Special Edition (Director’s Cut) Revisited: The Final Cut
2004
168 minuti circa
2007
205 minuti circa (nella versione Blu-ray ci sono altri dieci minuti in più)
Oliver Stone ricrea la straordinaria, vera storia di Alessandro Magno (Colin Farrell), che nel IV secolo a.C. conquistò Grecia, Persia, Afghanistan e India: il 90% del “Mondo Conosciuto”. Costretto ad affrontare imponenti eserciti di carri ed elefanti, egli non perse mai una battaglia! Visionario, esploratore, sognatore, Alessandro fu anche un figlio tenero, dilaniato dall’amore ardente e dall’ambizione di sua madre (Angelina Jolie), nonché dal bisogno disperato dell’approvazione del padre (Val Kilmer). Il suo sogno modellò il mondo in cui noi oggi viviamo.Like its title character, this reinvention by Oliver Stone of his epic story is bold and unprecedented, now recalling in its sweep such movie greats as Lawrence of Arabia and Patton. The filmmaker of JFK and World Trade Center incorporates over 30 minutes never shown anywhere and reshapes his saga of the world’s greatest warrior (Colin Farrell) into a richer, more satisfying and audacious portrait from curious boyhood to mature conqueror. Added scenes of thunderous action and evocative sexuality enrich the performances of its stellar cast (Angelina Jolie, Val Kilmer, Jared Leto, Rosario Dawson, Anthony Hopkins).
Discover more secrets of a historic legend – and more greatness from one of cinema’s bravest directors.

Io stessa, nel corso degli anni ho cambiato la mia opinione su questo film. La prima volta che lo vidi fu all’inizio del 2005 al cinema, non avevo neanche 18 anni, mi interessava Alessandro, ma non avevo letto ancora nulla in particolare su di lui. Non mi era piaciuto granché perché non ritenevo adatto Colin Farrell, il rapporto con Efestione mi sembrava troppo poco sviluppato ed era eccessivamente semplificato e tagliato rispetto a quella che fu la vita di Alessandro. La mia acerba valutazione è ancora parzialmente valida per me. Ad ogni modo questo film mi ispirò ad acquistare e leggere il libro di Robin Lane Fox che ho rivalutato anch’esso ora ma di cui vi parlerò in un altro articolo.

Su Wikipedia.it c’è un ottimo riassunto delle aggiunte nella Revisited rispetto alla Director’s Cut: nella Revisited non ci sono aggiunte particolari, di clamorose scene che nell’altra mancano, ma la maggior parte delle differenze sta nell’allungamento di scene già presenti.

  • Nella versione classica il film, dopo il prologo della morte di Alessandro, ha inizio con l’infanzia del principe macedone. Nella versione estesa, dopo la sua morte, Alessandro viene fatto vedere mentre sta preparando la battaglia di Gaugamela, quando è già ventenne.
  • Alcune scene di amore omosessuale tra Alessandro e Bagoa sono state omesse nella versione classica.
  • Nella versione estesa il prologo della morte di Alessandro vede alcune sequenze in più.
  • Manca nella versione classica la scena del primo incontro di Alessandro con Bagoa nel palazzo di Babilonia.
  • Le sequenze della battaglia di Gaugamela sono più dettagliate e allungate.
  • La scena di sesso tra Alessandro e Rossane presenta alcune inquadrature più esplicite.
  • Nella scena serale del balcone di Babilonia con Alessandro ed Efestione che parlano, nella versione classica manca l’esplicita dichiarazione di amore di Efestione ad Alessandro.
  • A metà film circa vi è un intervallo musicale di un minuto e mezzo.
  • La digressione indiana è notevolmente estesa: Alessandro riceve una lettera di Aristotele, la battaglia nella giungla dell’esercito di Alessandro contro gli elefanti è più lunga e violenta; e prima del rimpatrio in Persia a fine film, Alessandro prega davanti a una statua di Zeus.
  • Quando Alessandro è a letto malato e morente, ha un dialogo con Bagoa, che nella versione classica è tagliato, in cui i due si scambiano parole di amore reciproco.
  • L’intera versione estesa non procede a blocchi narrativi come il montaggio di quella classica; l’intera gioventù di Alessandro, prima dell’assassinio del padre Filippo procede, invece, a pezzi durante le campagne militari di Alessandro tra la Persia e l’India.
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Delle due versioni di montaggio in sè non ne ho una preferita perché conoscendo la storia riesco a seguirla bene in entrambi i casi, ma forse un montaggio cronologico della vita di Alessandro, come la Director’s Cut è migliore, sia per chi non lo conosce che per la storia in generale, anche se della Director’s Cut non mi è piaciuto come è stato montato un pezzo con Rossane perché nella Revisited è cronologico ed è meno confusionario.

Una critica che faccio alla Director’s Cut è il poco spazio che ha Efestione e che, invece, dovrebbe avere, ma nella Revisited egli ha più spazio, alcuni dialoghi che ha con Alessandro sono più lunghi e anche lo spettatore meno informato su Alessandro capisce cosa li legava senza riferimenti sessuali espliciti. Molto bello il dialogo tra i due sulla terrazza a Babilonia, perché approfondisce il pensiero, le paure, i progetti di Alessandro e anche il legame che li unisce. La versione più lunga del film approfondisce di più anche il rapporto tra Alessandro e Bagoa. Nella versione normale del film Bagoa non dice neanche una parola, mentre nella Revisited ha un po’ più di spazio anche lui. Durante la battaglia contro Poro la versione estesa lascia più spazio alle azioni dei singoli. In generale i personaggi sono sviluppati abbastanza bene, caratterizzati al punto giusto da far capire allo spettatore chi sia chi e cosa voleva senza dire tutto di tutti perché avrebbe saturato troppo il film. Gli attori secondo me sono tutti ben scelti a parte Alessandro. Non so spiegare come, ma Colin Farrell non mi sembra l’Alessandro adatto, non esprime la complessità e gli aspetti opposti di Alessandro. Non saprei nominare un attore giusto per interpretare Alessandro, proabilmente sarebbe un giovane attore sconosciuto al grande pubblico, ma fare una scommessa di questo tipo per una grande produzione cinematografica sarebbe stata troppo azzardata, lo capisco. Non mi è piaciuta la scelta di rendere Rossane così selvaggia e recalcitrante prima dell’intimità con Alessandro. La scusa era che lui ama anche Efestione, ma farle minacciare Alessandro con un pugnale e farla ansimare così non mi è piaciuto. Rossane era più giovane di Alessandro e per farle fare una parte così sarebbe stata meglio un’attrice più giovane di Rosario Dawson o, più semplicemente, avrebbero dovuto renderla in modo diverso. Più avanti la parte di Rossane mi piace, non mi piace proprio solo in quel pezzo lì.

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Ci sono stati dei cambiamenti rispetto alla storia e i maggiori sono: qui Cassandro era al seguito Alessandro nella sua campagna dall’inizio; Clito salva Alessandro non a Gaugamela, ma al Granico; la bellissima figura di Sisigambi che scambia Efestione per Alessandro qui è “assorbita” da Statira; qui è Cratero non Ceno a riportare ad Alessandro i dissapori dell’esercito riguardo al proseguire l’avanzata verso Est. La morte di Alessandro trova una spiegazione nella parte iniziale e finale del film col vecchio Tolemeo (Anthony Hopkins), scelta fatta a fini narrativi, per dare allo spettatore una conclusione e delle ragioni chiare. Tutti questi elementi non sono forzature, ma sono semplificazioni o scelte ai fini della trama e della narrazione.

Le musiche firmate da Vangelis mi sono piaciute molto, ma le approfondirò in un altro articolo. Tra gli effetti sonori una cosa che non mi è piaciuta proprio per niente è che ogni tanto quando Alessandro si arrabbia o ha degli scatti d’ira si sente il ruggito di un leone. Trovo questo effetto inutile e fastidioso, sarebbe stato meglio se non ci fosse stato.

Dal punto di vista scenografico e visivo mi è piaciuto tutto. Luoghi e scenografie sono belle e accattivanti, è marcata la contrapposizione tra Greci e Persiani. Una delle mie scene preferite è l’ingresso a Babilonia, maestoso sia visivamente che sonoramente grazie al bellissimo pezzo di Vangelis.

Quello che mi sento di criticare a questo film non è tanto per ciò che ha, ma per ciò che gli manca. Al di là del fatto che inscenare tutta la vita di Alessandro, con tutte le battaglie e i luoghi sarebbe stato troppo costoso e l’avrebbe reso un film di dieci ore – motivo per cui ritengo più adatta una serie TV per narrare la vita di Alessandro e la sua complessità che un film perché seppure lungo deve tagliare troppo -, mancano secondo me episodi minori, meno scenografici ma importanti per il simbolismo di Alessandro e forse avrebbero spiegato maggiormente perché Alessandro si arrabbiò tanto con Clito. Qualche esempio: la ricerca del responso dell’Oracolo di Delfi; l’omaggio di Alessandro ad Achille appena attraversa l’Ellesponto; il taglio del Nodo di Gordio; Memnone; l’oracolo di Ammone a Siwa; il rapporto speciale che Alessandro ebbe con Ada di Caria e soprattutto con Sisigambi; l’incontro con Calano. Episodi del genere non sono costosi e impegnativi come una battaglia, ma se il film fosse durato una ventina di minuti in più e avessero inserito un paio di questi elementi, il semplice spettatore avrebbe saputo qualcosa di più importante e il conoscitore di Alessandro avrebbe ritrovato qualche elemento aggiuntivo. Stone disponeva dei mezzi e, soprattutto, di chi sapeva queste cose perché il consulente storico del film non è un nome secondario, ma un nome tra i più importanti e per alcuni il più importante, cioè Robin Lane Fox. Quindi per quanto io possa preferire la Revisited alla versione classica, anche questa manca di questi elementi importanti. Se avessero spiegato di più il simbolismo di Alessandro, la sua ricerca di conferme divine attraverso i sacrifici e il vaticinio degli oracoli, quanto succede con Clito sarebbe stato spiegato molto meglio, mentre così sembra un delirio e una svolta assolutistica dovuta all’alcool.

Alexander non mostra al pubblico la genialità di Alessandro: egli è mostrato come un abile comandante e un ottimo motivatore (il movimento di Alessandro nel pre battaglia di Gaugamela e anche nel corso di essa è in netta contrapposizione alla staticità di Dario), ma i tratti della sua genialità, del suo apprendere e fare tesoro di ciò che legge, di ciò che viene a sapere non viene mostrato. Le battaglie di Isso e del Granico sono praticamente inesistenti, mentre gli episodi degli assedi di Tiro e Gaza non sono proprio presi in considerazione. L’Alessandro lettore di Senofonte che usa a suo vantaggio le zattere di pelli imbottite qui manca, ma non c’è neanche l’Alessandro che distrugge Tebe per vendetta. Va bene mostrare la scenicità di ciò che fece, ma mostrare solo quello del film è una semplificazione che non condivido. Episodi come questi sarebbero stati più costosi e difficili da realizzare del dialogo con Ada di Caria o con Sisigambi, ma il problema secondo me è che manca tutto, costoso e non.

A distanza di dieci anni dall’uscita del film Stone è tornato ancora una volta su Alexander e ha limato e rimontato il film, così è uscita nel 2014 la Ultimate Cut (che non ho visto ma che a questo punto non sento come parte mancante). Al di là dei vari montaggi che secondo me sono utili fino a un certo punto, Stone credo non possa aggiungere molto altro, ma continuando a rimontare e mettere mano al film mi dà l’idea che non sia mai convinto di ciò che fa. Per la Revisited nell’introduzione dice che questa volta ha potuto montare il film e mettere tutto ciò che voleva senza dover rispondere e soddisfare le esigenze della critica, della produzione o altri, ma poi nella Ultimate dice che si era accorto di aver appesantito troppo il film. Come ho detto, non sa neanche lui cosa sia meglio fare. Peccato.

Se avete la possibilità di vedere la Revisited in inglese anche coi sottotitoli in inglese vi consiglio comunque quella: Alexander non è un film corto, in nessuna versione, tanto vale vederlo nella versione un po’ più particolareggiata secondo me. Quindi la Revisited resta la versione migliore, anzi se fosse uscito direttamente in questa versione credo mi sarebbe piaciuto di più fin dall’inizio. Una cosa che mi fa arrabbiare un pochino è che nella Revisited in versione Blu-ray sembra che ci siano ulteriori dieci minuti in più rispetto alla versione DVD a due dischi e, viste le molte versioni-edizioni e montaggi, questa mi sembra proprio una presa in giro.

Un’ultima annotazione va all’edizione italiana della Revisited. Ma quale edizione italiana? Giusto, non c’è. Questa edizione dovrebbe essere la più completa di tutte e il pubblico italiano non ce l’ha doppiata, ma neanche sottotitolata in italiano. Farne una versione italiana del film aggiungendo le parti nuove sottotitolate mi rendo conto che sarebbe stato difficile perché Stone non ha tolto o aggiunto scene ben precise (salvo alcuni piccoli casi), ma il minutaggio extra è inserito in scene già presenti, quindi avrebbero dovuto fare un nuovo audio italiano o quasi, ma ignorare totalmente l’uscita non è un punto a favore della Warner Bros. Avrebbero dovuto per lo meno inserire i sottotitoli italiani nelle versioni estere. È vero che hanno pubblicato la Ultimate Cut (ora introvabile), ma così dimostrano di voler riportare alla ribalta Alexander al suo decimo anniversario, ma di non tenere particolarmente (se non a livello economico) a questo titolo, di sicuro non ci tengono come Stone che continua a rimontarlo.

Spero che una produzione televisiva seriale saprà spiegare maggiormente la complessità di Alessandro, perchè il film di Oliver Stone secondo me è apprezzabile per ciò che è, nè più nè meno, un film.

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