Aforismi, Altre Arti

Aforismi: Oliver Stone – “Alexander: Special Edition” (2004)

“La fortuna aiuta gli audaci.” –Virgilio, L’Eneide

Il nostro mondo è scomparso ormai, spazzato via dalle guerre. Ora sono io il custode del suo corpo, imbalsamato qui secondo gli usi egizi. Gli sono succeduto come Faraone e regno da quarant’anni. Io sono il vincitore, ma qual è il senso reale se non è rimasto nessuno a ricordare la grande carica della cavalleria a Gaugamela, o le montagne dell’Hindu Kush quando facemmo passare un esercito di centomila uomini in India? Era un dio, Cadmo, o quanto di più vicino a un dio io possa aver mai visto. “Tiranno!” urlano senza pensare. Io rido. Nessun tiranno restituì mai così tanto. E cosa ne sanno del mondo questi giovani allievi? Ci vogliono uomini forti per governare. Alessandro era molto di più, era Prometeo. Un amico dell’uomo ha cambiato il mondo. Prima di lui c’erano le tribù, dopo di lui, tutto poteva essere. D’un tratto si percepì che il mondo poteva stare sotto il governo di un re e diventare migliore per tutti. Fece erigere diciotto grandi Alessandrie. Un grande impero, non fatto di terre e oro, ma più il luogo della mente. La grande civiltà ellenica, aperta al mondo. Ma come posso dirlo? Come posso raccontarvi che significava essere giovani e avere grandi sogni e credere, quando Alessandro ti guardava negli occhi, di poter fare qualunque cosa? La sua presenza, luce di Apollo, ci rendeva tutti migliori. Davvero. Ho conosciuto molti grandi uomini nella mia vita, ma uno solo immenso. E solo adesso, da vecchio, capisco chi veramente fosse questa forza della natura. O forse nemmeno ora. Ma è esistito un uomo come Alessandro? Certo che no. Noi lo idolatriamo, lo dipingiamo migliore di quanto non fosse. Gli uomini, tutto gli uomini, salgono e cadono, salgono e cadono. A Oriente il vasto impero persiano governava quasi tutto il mondo conosciuto. A Occidente le grandi città stato di un tempo, Tebe, Atene, Sparta, erano cadute per orgoglio. Da cento anni ormai i re persiani corrompevano i greci con il loro oro affinché combattessero come mercenari. Fu proprio Filippo, il re con un solo occhio, a cambiare il corso delle cose, raggruppando tribù di semplici pastori delle colline e delle pianure. Con il suo sangue e il suo coraggio formò un vero esercito che mise in ginocchio i subdoli greci. Poi volse la sua attenzione alla Persia, dove si diceva che il nuovo Grande Re, Dario, assiso sul trono di Babilonia, temesse Filippo. Da questo ventre di discordie nacque Alessandro, a Pella. Alcuni chiamavano sua madre, la regina Olimpiade, strega e sostenevano che Alessandro fosse figlio di Dioniso, altri dicevano di Zeus. In verità, non c’era uomo in Macedonia che, vedendo padre e figlio vicini, non si interrogasse. –VFC Tolomeo

Vedendo il mondo in cui cresceva, sono arrivato alla convinzione che Alessandro abbia trovato il suo vero equilibrio nell’amicizia. –VFC Tolomeo

Non ci vuole molto per combattere, quando sarai davanti agli altri in battaglia, dovendo affrontare qualche tribù di barbari del Nord. Il coraggio non lo troverai all’interno dello stomaco, Nearco. Il coraggio è dentro il cuore di un uomo! Non c’è bisogno di mangiare tutti i giorni o fino a quando non sei pieno, Tolomeo. Non c’è bisogno di restare a letto la mattina, dopo una notte di marcia forzata, quando puoi avere una minestra di fagioli, Cassandro. Avanti, Alessandro, coraggio! Chi ti porterà rispetto come re? Credi che lo avrai grazie a tuo padre? La prima regola in guerra è di fare ciò che chiedi ai tuoi uomini di fare, né più né meno. –Leonida

Più tardi dissero che Alessandro non venne mai vinto se non dalle cosce di Efestione. –VFC Tolomeo

L’Oriente ha la particolarità d’inghiottire gli uomini e i loro sogni. –Aristotele

L’eccesso, in ogni cosa, è la rovina dell’uomo. –Aristotele

Non c’è gloria senza sofferenza. –Filippo

Non è facile sfuggire alle nostre madri. –Filippo

Ogni grandezza deriva da una perdita. –Filippo

Re non si nasce, Alessandro, si diventa con il ferro e la sofferenza. Un re deve saper ferire coloro che ama. Si è soli. Chiedi a Eracle, chiedi a uno qualunque di loro. Il destino è crudele. Nessuno, né uomo né donna, può essere così potente e bello e non essere sopraffatto poi dalle calamità. Ridono quando sali troppo in alto e schiacciano tutto ciò che hai costruito per un capriccio. Tutta la gloria che danno alla fine te la portano via. Sono loro, loro ci rendono schiavi. –Filippo

Tu non devi mai confondere i sentimenti con i tuoi doveri, Alessandro. Un re deve compiere gesti pubblici per la gente comune. –Olimpiade

E questo è l’uomo che ci porterà dalla Grecia alla Persia? Non riesce nemmeno a passare da un triclinio all’altro! –Alessandro

All’improvviso tutto cambiò per lui. Il padre, re Filippo, venne assassinato e Alessandro a vent’anni divenne il nuovo re della Macedonia. Le varie città stato greche, rompendo i trattati con noi, giudicando Alessandro giovane e inesperto, si rivoltarono contro, con grande gioia della Persia, e forse sostenute anche dal suo oro. In realtà Alessandro sapeva amare come nessun altro, ma tradirlo significava scatenare un’ira sconfinata e spaventosa. Massacrò molte migliaia di uomini di quella tragica città, Tebe, e vendette i sopravvissuti come schiavi. Questo, come si può ben capire, stupì e abbattè i Greci e malgrado alla fine egli abbia trattato quasi tutte le popolazioni con magnanimità, sono solo queste eccezioni, Tebe, Gaza in Siria e più tardi Persepolis in Persia e poche altre che sono sempre ricordate da coloro che odiano Alessandro e tutto ciò che rappresenta. A ventun’anni Alessandro invase l’Asia con un esercito di quarantamila uomini ben addestrati e, liberando una città stato dopo l’altra, conquistò tutta l’Asia occidentale verso Sud, fino all’Egitto dove fu eletto faraone e venerato come un dio. E fu in Egitto che il riverito Oracolo di Siwa lo dichiarò il vero figlio di Zeus. Infine provocò Darius di Issus sfidandolo in battaglia proprio nel cuore dell’impero persiano, nei pressi di Babilonia. Fu una follia: quarantamila di noi contro duecentocinquantamila barbari. Era il giorno che Alessandro aveva atteso tutta la vita. Alessandro figlio di un dio. Era il sogno naturalmente, o almeno era cominciato come un sogno. Io lo so, io c’ero, ho visto i suoi occhi. –VFC Tolomeo

Non ho attraversato l’Asia per rubare questa vittoria, Cassandro. –Alessandro

  • Tuo padre ti ha insegnato a non sottomettere la ragione alla passione. Ora ti esorto: raduna gli uomini, ritirati sulla costa, rafforza il tuo esercito. –Parmenione
  • Lo farei, se io fossi Parmenione, ma sono Alessandro. E come la terra non ha due soli, l’Asia non conterrà due re. Queste sono le mie condizioni. E se Dario non è un codardo che si nasconde dietro ai suoi uomini, allora verrà da me domani e quando si inchinerà davanti alla Grecia, Alessandro sarà clemente. –Alessandro

Sono giunto alla conclusione che tutti gli uomini sono guidati dalla paura della morte, Efestione. Questo non ce l’hanno insegnato i maestri ed è la causa di tutte le nostre sventure. –Alessandro

Alcuni di voi, e io stesso forse, non vivranno fino a vedere il sole tramontare sopra queste montagne. Ma io vi dico quello che ogni guerriero sa dal principio dei tempi: vincete la paura e vi prometto che vincerete la morte! –Alessandro

L’impero persiano, il più grande che il mondo avesse conosciuto fino allora, era distrutto. E Alessandro a venticinque anni era il re di tutti gli imperi. Alessandro una volta mi disse: “si resta soli quando si diventa mito”. E così accadde in un sogno, come per tutti i greci, mitologico come quello di Achille che sconfiggeva i troiani, che in quel momento di gloria, Alessandro fosse amato da tutti. Ma alla fine, io credo, Babilonia fu un amante molto più facile da conquistare che da lasciare. –VFC Tolomeo

La ricchezza in grandi quantità attira i corvi. –Alessandro

Finché è sperduto, Filota, possono credere in lui [Dario]. Solo quando sarà ritrovato si potrà decidere. –Alessandro

Non stai sbagliando, principessa Statira, anche lui è Alessandro. –Alessandro

Guardati soprattutto da coloro che ti sono più vicini, sono come serpenti e possono rivoltarsi. Cassandro è il figlio di Antipatro e perfino Clito, il favorito di tuo padre, e Tolomeo, ti è amico sì, ma guardati dagli uomini che pensano troppo, perché non vedono. Salvo solo Efestione. E tuttavia, tu fai arricchire tutti loro mentre lasci tua madre e te stesso in una generosa povertà. Perché non vuoi mai credermi? Solo una mente sospettosa come la mia può conoscere i segreti del cuore, poiché essi sono oscuri, Alessandro, tanto oscuri. Ma in te, figlio di Zeus, dimora la luce del mondo. I tuoi compagni saranno ombre nell’Oltretomba, mentre tu sarai un nome che vivrà per sempre nella storia, come la più gloriosa e fulgida luce della giovinezza. Per sempre giovane, per sempre un’ispirazione. Mai esisterà un Alessandro come te. Alessandro il grande. –Olimpiade nella lettera ad Alessandro

È un riscatto alto quello che chiede per nove mesi trascorsi nel suo grembo. –Alessandro

Tutti quanti soffriamo. Tuo padre, il mio, sono tutti giunti alla fine dei loro giorni e in fondo, quando tutto è finito, la sola cosa che importa è quello che hai fatto. –Alessandro

Per Zeus e tutti gli dei! Cosa ti rende tanto migliore di loro, Cassandro? Migliore di quanto tu sia veramente. È così che vi sentite tutti voi? Quello che mi disturba sopra ogni cosa non è la mancanza di rispetto verso quello che penso! Ma il disprezzo per un mondo molto più antico del nostro! –Alessandro

L’ho trovato in Egitto. L’uomo che me l’ha venduto ha detto che è appartenuto a un tempo in cui l’uomo adorava il sole e le stelle. Io penserò sempre a te come al sole, Alessandro, e prego che il tuo sogno illumini tutti gli uomini. –Efestione

Ricordo un commento di Bagoa una volta: “l’amore si allontana da Alessandro quanto e anche più della scoperta della fine del mondo”. –VFC Tolomeo

Le donne conducono gli uomini a casa. Io non provo questo sentimento. –Alessandro

Ogni terra, ogni confine che supero, cancella in me un’illusione. Sento che la morte sarà l’ultima. Eppure premo sempre più, sempre più perché raggiunga questa casa. –Alessandro

Lasciami marcire in stracci macedoni piuttosto che risplendere tra i fasti orientali. –Clito

  • Alessandro, tu sai più di chiunque altro che le grandi imprese sono state compiute da uomini che hanno agito e non hanno mai avuto rimpianti. Tu sei Alessandro! La pietà e il dolore ti distruggeranno. –Efestione
  • Sono diventato così arrogante da essere accecato? –Alessandro
  • Certe volte pretendere il massimo da ciascuno è arroganza. –Efestione

Abbi coraggio, padre. Va per la tua strada, rallegrati che a ogni passo puoi ricordare il tuo valore. –Alessandro

  • La calunnia non è un potere. –Olimpiade
  • La vergogna sì. –Alessandro

Che cosa ho fatto per essere così odiata? Un giorno tu lo capirai, ma io ho solo te nel mio cuore. Io so di cosa hai bisogno. Ora è il momento, gli dèi ti sono favorevoli. Enormi ricchezze, potere, conquiste, tutto quello che desideri, il mondo è tuo. Prendilo. Prendilo. –Olimpiade

È giusto avere paura, tutti abbiamo paura, perché nessuno è arrivato così lontano finora. –Alessandro

Cratero, buon Cratero, chi meglio di te può parlare, nobilissimo tra gli uomini? Tu sai che non c’è una parte di me senza una cicatrice o un osso offeso da spada, coltello, pietra, catapulta o bastone. Ho condiviso tutte le difficoltà con voi! –Alessandro

Sì, hai ragione, Cratero, sono stato un indolente. Avrei dovuto mandare voi veterani per primi a casa e lo farò. Sarete voi, gli scudi d’argento i primi e poi ogni uomo che ha servito per sette anni avrà la giusta pensione dal nostro tesoro! E rispettati, ricchi, amati, verrete trattati dalle vostre mogli e figli da eroi per il resto della vita! E godrete di una morte serena. Ma il tuo è un sogno, Cratero. La vostra semplicità è finita da tempo, quando avete preso amanti e avuto figli persiani, aumentato i vostri beni con bottini di guerra e gioielli! Perché vi siete innamorati di tutte le cose della vita che distruggono l’uomo! Non lo vedete?! E voi come me, sapete che col passare degli anni la memoria si affievolirà e tutte le vostre grandi vittorie svaniranno. Resterà un solo ricordo indelebile. Quello di aver abbandonato il vostro re in Asia! Perché io andrò avanti con i miei asiatici! –Alessandro

Io vi ho portato più lontano di quanto mio padre abbia mai sognato. –Alessandro

Non è bello vivere con grande coraggio e morire lasciando una fama eterna?! –Alessandro

La sua vita sarebbe dovuta finire in India, ma questo è il mito. In vita Eracle morì per una tunica avvelenata datagli per errore dalla moglie gelosa. Con un’offerta di doni agli dèi alla fine del grande viaggio, Alessandro salutò l’Oriente e fece procedere l’esercito verso Occidente attraverso il grande deserto della Gedrosia, cercando la strada più breve per arrivare a Babilonia. Ancora oggi non si sa in quanti siano morti. Fu il più grave errore della sua vita. E quando finalmente rientrò a Babilonia dopo sei anni passati in estremo Oriente, Alessandro catturò di nuovo la fantasia del mondo scegliendo altre due mogli. –VFC Tolomeo

  • Mi preoccupa lasciarti senza di me. –Efestione
  • Io non sono nulla senza di te. Coraggio, combatti, Efestione, moriremo insieme, è il nostro destino. Avremo figli e mogli e i nostri bambini giocheranno insieme come abbiamo fatto noi. Mille navi faremo salpare da qui, Efestione, navigheremo intorno all’Arabia e risaliremo il golfo fino all’Egitto. Da lì costruiremo un canale nel deserto fino al Mare di Mezzo e poi ci sposteremo a Cartagine e quella grande isola, la Sicilia ci pagherà cospicui tributi. E dopo la tribù romana, grandi combattenti, li batteremo. E poi esploreremo le foreste del Nord e le Colonne d’Eracle, fino all’Oceano Occidentale. E un giorno, fra meno di diec’anni, Babilonia con il suo immenso porto sarà il centro del mondo, le Alessandrie cresceranno, le popolazioni si mischieranno e viaggeranno liberamente. L’Oriente e l’Occidente si uniranno. E noi invecchieremo, Efestione, e dalle nostre torri contempleremo questo nuovo mondo. –Alessandro

Il 10 giugno, un mese prima del suo trentatreesimo compleanno, il grande cuore di Alessandro alla fine cessò di battere e, come aveva giurato, raggiunse Efestione. Ma nella sua breve vita aveva conquistato senza dubbio alcuno la gloria eterna, la stessa del suo antenato Achille e anche più. Il suo sacrificio fu una morte precoce, ma in armonia con il giuramento fatto, non posso fare a meno di pensare che abbia conquistato anche la morte. Che nell’assassino del padre fosse coinvolta Olimpiade, questa è per me una probabilità seria. Per lui fu un vero fardello. Alessandro era troppo innamorato della gloria per rubarla, ma per una questione di sangue e solo di sangue, era colpevole. Nel giro di poche ore litigavamo come sciacalli per il suo corpo. Le guerre del mondo erano cominciate. Per quarant’anni a momenti alterni resistettero: Cassandro in Grecia, Cratero e Antigono in Asia Occidentale, Seleuco e Perdicca a Est e io in Egitto. Finché non dividemmo il suo impero in quattro parti. Cassandro certamente dimostrò la sua voglia di potere quando, sette anni dopo fece giustiziare Olimpiade e nel giro di dodici anni arrivò all’eliminazione totale della discendenza di Alessandro, avvelenando Rossane e il figlio tredicenne del re del mondo, vero erede dell’impero. –VFC Tolomeo

Ma la verità non è mai semplice, eppure in questo caso lo fu. La verità è che lo abbiamo ucciso noi. Con il silenzio abbiamo acconsentito a che ciò avvenisse perché non potevamo andare avanti. Ma per Ares, quale futuro ci aspettava se non quello di essere eliminati alla fine come Clito, dopo tutto questo tempo cedere le nostre ricchezze ai sicofanti asiatici che disprezzavamo, mischiare le razze, armonia, ah! Ah lui parlava di queste cose, ma in realtà cresceva solo Alessandro con un’altra popolazione pronta a obbedirgli. Io non ho mai creduto al suo sogno, nessuno di noi ci ha creduto. Questa è la verità sulla sua esistenza. I sognatori ci svuotano, devono morire prima che ci uccidano con i loro maledetti sogni. Ah, butta via questa parte, Cadmo, sciocchezze di un vecchio stolto. Scrivi invece: morì di febbre e di spossatezza. Ah, avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia. Sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L’uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l’impazienza di coloro che non riuscivano a capire, furono la sua vera tragedia. E se il suo desiderio di riconciliare Greci e Barbari finì nel baratro del fallimento, e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto, ho vissuto una lunga vita, Cadmo, ma gloria e memoria apparterranno per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione. E il più grande di questi è colui che ora chiamano Mègas Alèxandros. Alessandro il Grande. –Tolomeo

The greatest legend of all was real. –Trailer corto

Fortune favors the bold. –Trailer cinematografico

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